Nicoletta Poli
Poesie inedite da “Versi come bistecche”
“Infelice colui che non è colpito da avversità: non conoscerà mai la sua forza”.
Seneca
Questa terra che tutto inventa nel vento…
Da dove vengono le parole
chè a fronteggiar la morte
tutto si tenta
all'inferno si finisce
quel celestiale involar verso la terra
questa terra che tutto inventa nel vento
verde aria vorrei diventare
lento volo
nell'ultroneo svanir della sera
quel volo
che a sognarlo
adesso non posso
lunare distanza
m'imbianca di terrea mancanza
potessi l'assenza ridurla a bistecca
farne parva insoluta indecenza
mutarla in schiuma smaltea di fiume
scorrer la pagina sentendo la carta
che passa
che sverna
che azzurra
che batte le ali come pallida rondine
io non so ricordare le cose che dico
che immolo
nel passare nel verso
so solo che carne
bistecche son le parole
Neve al sole
Null'altra possibilità
se non
in un giorno di pioggia
crudo come bistecca
credere
di non esser
neve al sole
L’intervallo tra la paura e il sogno…
Sai bene
che la vita è questa
l'intervallo fra la paura e il sogno
così
null'altro saprei dirti
se non che bisogna mangiar bistecche
mangiarle
divorarle
ingoiarle come vitamine di stelle
e ridurle a orli di ossa
ma poi le ossa
farle volare
lanciarle nell'aria
come grandi uccelli di idee
a diventar pesanti
pesanti come terra e vanghe seccate al sole
come piume bianche di parole
parole rotonde come ali
che per tornar pulite e infanti
che per veder davvero il cielo
nell'acqua si tuffano
e cadono perfino
e sprofondano nel mare
Esser come sono
Ecco
cosa ti manca
niente ti manca
per questo tu sei fiore senza morte
cosmica bistecca senza sangue
e se ora penso
al mio cadere
alla mia morte che ogni giorno
strappa spezza e candida irrompe
a cuor di schiena
e lava e ricambia l'aria
che potrei voler di più
se non esser come sono
imprecisa e assente
mortale e rotonda
a sperar nella luna
nel tempo che passa
Lo stellato sogno
Tu guardi le stelle, stella mia, ed io vorrei essere il cielo per guardare te con mille occhi.
Platone
Lo vedi
la vita è questa
l'originaria tenzone fra la terra e il cielo
il seme e il vecchio
e tu testardo sali verso lo stellato sogno
e implori che non ti sia tolto nulla
di quanto già non ti sia stato tolto
chè tonda è la vita
immacolata e lorda è la vita
cosa pagheresti per versare lacrime senza sentir dolore
e adagiarti sulle primavere di sole
col tempo che non passa
che dice
eccoti
ora ritorna il languore
il bianco amore che solo potrebbe
niente è perduto
puoi ancora avere un figlio sparger di dorati semi il cosmo
fischiar nell'erba
mangiar bistecche all'infinito
imporporare di pii gerani le tue mani
ma non vedi quanto tutto questo è poco
puoi solo girare nell'universo
e inventare tante parole
macigni di parole
parole come pietre
pietre come parole di alberi
alberi come mattoni di piogge
piogge come pietre di mattoni fatti di alberi
e a rincorrer tutto ti perdi
chè tutto s'insassa nel tondo
chè le primavere non arrestano il corso
quelle lunghissime ore a confidar nella morte
quella morte che sola
d'un tratto
restituisce intera la vita
e irrepetibile unica
t'innalza nel marmo
Nulla finisce
Nulla finisce
tu dici
il dolore non passa
il cuor di cristallo s’immola al danno
ma gli oggetti si rompono
i vetri stramazzano al suolo
gli animali vuotano al vento
parole che capito non abbiamo mai
i quadri s'impolverano
le porte si abbattono
i sogni si dimenticano
i morti restano nel quaresimal pensiero
si sciolgono al sole i gesti d’amore
e tu
vivi
eppur non senti nulla
nè lamenti l'assenza
nè getti nell'aria
un suono
una mano che si fa' calda
nel cosmo
Furor di cellula
Sola sarai
hai detto
unica
a vuotar voce in universo
e allor che posso io
che nessun germoglio nessun cristallo
potrò vedere
se non diventar filo di luce
sciogliermi in marmo
lanciare palle di neve al cosmo
a furor di cellula
e cielo diventare
Tra la nuvola e il pozzo
La larva diventerà farfalla
se la luna
ci sostiene
le parole avranno un senso
se la luna
ci sostiene
l'universo tutto si raccoglierà in verde albero
se la luna ci sostiene
inazzurrirà la terra
e i legni tutti
in quel levare alto
nel suono aperto a fior di cielo
fra la nuvola e il pozzo
chè questa vita
non è infinitamente sola
nè lancinante rumore
nè dolore necessario
e rotondo
Postumo cuore..Immortale stella
In questo mondo
bisogna camminare a pesanti passi
lasciare impronte su catene e muri
fingere di sapere di acqua e aria
e poi volare
volare
su bianche morti
leste separazioni
rubizze convivialità
come se
quella perditudine nel cosmo
fosse l'unico
eterno salto nel dirupo eterno
per diventar
postumo cuore
immortale stella
E a toccar così le stelle…..
Eppur
la terra sembra così lieve
la notte e il giorno
il levar del deserto intorno
ma noi sì che siam deserto
ombre in elevate sfere
e larghi fiumi
e rotonde terre
a vuotar aria e parole
così piccoli e così grandi
a pensar la luna e poi
nella luna affondare
e a toccar così le stelle
Ragionar intorno a tutta quella vita…
Potessi la vita
impugnarla nel dorso
e poi rigettarla alle stelle
uragano di vento nel
sordido fiume
e pian piano
insufflarla di aria e di terra
e di loti odorosi
d'un sol cosmico verbo
abbracciarla
nel male che ha dato
lasciarla
nel bene che ha preso
chè neppur io so
bene o mal quali sian stati
so solo che tarda a venir la sera
e che a riprovar di nuovo
nel giorno mi perdo
stanco
di ragionar ancora intorno a tutta quella vita
così confusa e ricca
tanto bella da stordire
e irraggiungibile e sola
come luna in cielo
Se la primavera avanza e la vita è contraria
“Energia divenivo,/statura anima attenzione/degna di misurarsi ai cieli.”
A. Zanzotto, “ IX Ecloghe”
E se la primavera avanza
a mutanti germinazioni
con venti freddi e bocche a vento frusciante
dovrò volare su pianure stagni e stelle
come favo apeo che
sui fiori posa e non filamenta idee
certo è che
se la primavera avanza
e la vita è contraria
quale possibile area di volta
può fare iperboli verso infiniti cosmi
se non un universo sospeso impercettibile ultroneo
inviolato terrestre lavato
a raccogliere semi di giunchiglie
a raccontare della natura ancestrale
del primario buco in terra fresca
e non sostare in niuna anima
se non
in pacata evoluzione
dello stesso seme in mutazione
a infarinarsi in argentei cieli
e tornare a terra
fra fanghi di nebbia e laghi di foglie
chè niuma anima esiste
a meno che irrida nel deserto
certo è che
se la primavera avanza
e il pensiero trova vita nella vita
posso abbattere quelle radici amare che avanzano
a irrompere nel cuore della terra
facendo buchi vuoti
e poi aprirmi
allo spazio azzurro dell’ombelico di umani-edera
esseri-edera
ad avvitarsi nel sempreverde
come se niente
niente
fosse insuperabile
Fiori a raggiunger l’universo….
E cosa sarà
quando si arriva alla fine della vita
melograni acerbi
o nuvole sottili
insostenibili dolori
o vergini pensieri
o solo tu a dire
che non sono stato un sogno
un pìo fuscello insieme a tanti altri
una giara sporca e immensa
ove il niente è stato posto
nemmeno un fiore
a raggiunger l'universo
quante ruote di terra
a macinar quelle strade lunghe
ad arrivare e non arrivare mai
chè niente è quella luna
intensa e chiara a incunearsi fra le dita
spora sposa speranza ignota
illividita e chiara
arco di luce nella creta
superiore ad ogni sfera
perlacea come alba
nera come guerra
che irreversibile
s'imbianca fra le dita
e giorno diventa
Nicoletta Poli, ricercatrice IRS (http://www.irs-online.it/), filosofa, scrittrice e poetessa. http://psicofilosofia.jimdo.com/