Premessa a cura del Direttore Editoriale
“La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione”.
Franco Basaglia (Che cos'é la Psichiatria,1967)
Nella recente pubblicazione del volume: "La follia, in poche parole" di Pier Aldo Rovatti, promotore, insieme a Gianni Vattimo Rovatti, della corrente filosofica detta del "pensiero debole", lo studioso spiega il concetto di follia partendo da un'esperienza personale verificatasi a Trieste durante un suo incontro con operatori nel servizio di salute mentale. Rimasto sorpreso da due questioni: "Che cosa è la follia?" e "La follia è diversità oppure avere paura della diversità?", Rovatti pensa che sia difficile definire con esattezza il concetto di follia. Non solo. La diversità da essa rappresentata non riguarderebbe soltanto chi ne è affetto, ma anche chi non lo è e ne ha timore, nel senso che, di fronte ad essa, fuggirebbe. Folli, quindi, saremmo tutti in maniera indistinta e il problema starebbe nel cercare un equilibrio che ci permetta di vivere insieme la diversità e la paura di essa. Solo vivendo in un infinito movimento ondulatorio tra la nostra vita e quella dei diversi, potremo essere equilibrati…Perché solo assumendo costantemente un'altra visione, solo non escludendo ma accogliendo sempre il diverso, l’inedito, potremmo vivere un vita davvero piena, autentica. Insomma, l'unione tra diversità, follìa e “normalità” sarebbe naturale e necessaria quanto quella che si verifica in dialogo tra due interlocutori nell'intreccio dei loro linguaggi, delle loro parole, che sono vita. Solo da questa follia e diversità, assolutamente naturali nella condizione umana, possiamo risorgere ogni giorno, possiamo auto-crearci e creare…. Così scrive in Amore e Pazzia Marco Pukli:
Cerca di capire
amico mio:
ci sono persone squilibrate
e deboli
che per loro natura
creano cose bizzarre
e cercano spesso
esperienze comuni e banali
nel tentativo di compensare
la loro diversità.
Poi,
ci sono persone equilibrate
e forti
che per loro natura
creano cose non molto bizzarre
e cercano spesso
esperienze non comuni e non banali
nel tentativo di creare
una loro diversità.
Infine,
(tralasciando i poveri folli,
squilibrati e forti,
che non capiscono più
che cosa stiano creando)
ci sono persone equilibrate
e deboli
che per loro natura
non creano nulla
e cercano sempre
esperienze comuni e banali
nel tentativo di annullare
ogni diversità.