Gianfranco Corona
CON OCCHIO AZZURRO
Con occhio azzurro,
ripresi la tua mano
nella penombra
stremato …
quando il destino
espugna la corsa del bambino,
nelle sere a brillare
sul nostro palcoscenico
e le siepi spinose
frusciano
con un vento intimo,
dentro un inverno caldo,
mentre l’insolenza di giovinastri
richiama gli scompigli,
quasi a voler
disorientare l’innocenza.
SILENZIO SULLA FABBRICA
Sussurrai …
e quel vocio
insistente,
tra le mura sporche
di una fabbrica …
Quando il lavoro uccide
il sapore dell’idea
e i cuori spaccati
tra lo sconforto
e la voglia di non reagire.
E ci si accorge
che i matti conosciuti,
frenano la loro luce,
come nei campi di concentramento,
quel rischioso e spaventoso
malessere,
attanagliava l’anima
senza via d’uscita.
Eppure nelle primavere
continuano a nascere i fiori
per noi schiacciati ,
verso un sentiero perfido
riciclando i sogni
con un’ indomabile barriera.
Come una vertigine
in questa folle corsa
spinta all’eterno,
ci fu un pianto nella notte.
QUALCOSA D’ INSOLITO
Mordendosi le labbra,
il viaggiatore con disinvoltura
si tuffò nel tormentoso pensiero,
nelle apparizioni invocate.
L’occasione procurò l’impulso
a rinchiudersi,
schiacciando il paesaggio
frastornato da riflessi furtivi.
Quell’idea cominciò a scorrere …
lasciò il finestrino aperto,
non spalancò le braccia,
qualcosa d’insolito
lo fece partire.
MALESORTI
Questa malattia
compare nello spirito,
allentamento di difese.
Questo soddisfare
corrode
l’ infernale
disgregazione.
Scandivano
il sesso nelle mani
ultima decomposizione
di amori
irriducibili.
L’INFERNO SULLO SPECCHIO
Confiderò
nella notte in scrutabile
le difficoltà del profondo impulso
dell’espressione.
Ho indebolito
la tempestosa testimonianza,
avrebbe potuto suscitare
dei tormenti
la decantata spavalderia della felicità,
questo universo ….
labirinto di enigmi generazionali
questo pascolo invisibile
mercante di pietà
Probabilmente l’indignazione
di un cuore
riconosce
l’inferno sullo specchio.
L’ALLEGORIA PENETRANTE
Dov’è questa follia
della poesia
riletta e trascritta
con metafore penetranti
lunghi fiumi di seta
a risvegliare
il ricordo
nel marmo trionfante
illuminato.
FIN DENTRO ALLA STANZA
Passa veloce
questa indifferenza
con l’abbaiare
dei cani
fin dentro alla stanza.
Nelle sere
é un tentacolo
il silenzio,
mentre lontano
le occasioni
si dimenano,
quasi ad incantare
i turbamenti
irriducibili,
a passioni.
FANTASMI IN ABBANDONO
E’ un genio inesistente
quell’impetuosa trascuratezza …
scardinamento individuale.
Ho accettato
la percezione tortuosa
quando l’intuizione embrionale
ha formato
fantasmi in abbandono.
Le nostre onde
hanno combattuto
in un ruolo di necessità.
E’ antichissimo il tempo,
dove lo sfruttamento dell’illusione
stimola la nudità del sentimento.
Gianfranco Corona è nato a Codigoro (FE). Svolge attività letteraria di poeta e scrive dall’età di 13 anni; vive a Bologna. Nel 1984 l’Unità ha pubblicato alcune sue liriche nella rubrica ”Fatti in poesia” curata da Roberto Roversi. Fa parte del gruppo (Promozione Culturale) “ASSOLUTAMENTE AZZURRO”. E’ inserito in varie antologie poetiche e alcune riviste letterarie, inoltre ha presentato le sue poesie in varie performance. Per la sua attività poetica ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha pubblicato varie raccolte di poesia, tra le quali ricordiamo “PERCHE’ RITORNI L’ALBA” (1978),”SE L’INVERNO NON VUOLE MORIRE” (1980),”POeSIA” (1993),”I R-UMORI DELL’ANIMA” (1995). A gennaio 2011 è uscito ed. Albatros “IL RISVEGLIO DELL’ALBA”. A giugno 2011 è stato intervistato nelle trasmissioni televisive “SE SCRIVENDO”, ”BOOKSHELF trasmesse su SKY canale 830.
Gianfranco CORONA
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