Nicoletta Poli

Versi al tempo che passa

In questo mondo

bisogna camminare a pesanti passi

lasciare impronte su catene e muri

fingere di sapere di acqua e aria

e poi volare

volare

su bianche morti

leste separazioni

rubizze convivialità

come se

quella perditudine nel cosmo

fosse l'unico

eterno salto nel dirupo eterno

per diventar

postumo cuore      

immortale stella

 

Potessi la vita

impugnarla nel dorso

e poi rigettarla alle stelle

uragano di vento nel

sordido fiume

e pian piano

insufflarla di aria e di terra

e di loti odorosi

d'un sol cosmico verbo

abbracciarla

nel male che ha dato

lasciarla

nel bene che ha preso

chè neppur io  so

bene o mal quali sian stati

so solo che tarda a venir la sera

e che a riprovar di nuovo

nel giorno mi perdo

stanco

di ragionar ancora intorno a tutta quella vita

così confusa e ricca

tanto bella da stordire

e irraggiungibile e sola

come luna in cielo

 

E cosa sarà

quando si arriva alla fine  della vita

melograni acerbi

o nuvole sottili

insostenibili dolori

o vergini pensieri

o solo tu a dire

che non sono stato un sogno

un pìo fuscello insieme a tanti altri

una giara sporca e immensa

ove il niente è stato posto

nemmeno un fiore

a raggiunger l'universo

quante ruote di terra

a macinar quelle strade lunghe

ad arrivare e non arrivare mai

chè niente è quella luna

intensa e chiara a incunearsi fra le dita

spora  sposa speranza ignota

illividita e chiara

arco di luce nella creta

superiore ad ogni sfera

perlacea come alba

nera come guerra

che irreversibile

s'imbianca fra le dita

e giorno diventa

 

Lo vedi

la vita è questa

l'originaria tenzone fra la terra e il cielo

il seme e il vecchio

e tu testardo sali verso lo stellato sogno

e implori che non ti sia tolto nulla

di quanto già non ti sia stato tolto

chè tonda è la vita

immacolata e lorda è la vita

cosa pagheresti per versare lacrime senza sentir dolore

e adagiarti sulle primavere di sole

col tempo che non passa

che dice

eccoti

ora ritorna il languore

il bianco amore che solo potrebbe

niente è perduto

puoi ancora avere un figlio   sparger di dorati semi il cosmo

fischiar nell'erba

mangiar bistecche all'infinito

imporporare di pii gerani le tue mani

ma non vedi quanto tutto questo è poco

puoi solo girare nell'universo

e inventare tante parole

macigni di parole

parole come pietre

pietre come parole di alberi

alberi come mattoni di piogge

piogge come pietre di mattoni fatti di alberi

e a rincorrer tutto ti perdi

chè tutto s'insassa nel tondo

chè le primavere non arrestano il corso

quelle lunghissime ore a confidar nella morte

quella morte che sola 

d'un tratto

restituisce intera la vita

e irrepetibile   unica

t'innalza nel marmo

 

Ecco

cosa ti manca

niente ti manca

per questo tu sei fiore senza morte

cosmica bistecca senza sangue

e se ora penso

al mio cadere

alla mia morte che ogni giorno

strappa spezza e candida irrompe

a cuor di schiena

e lava e ricambia l'aria

che potrei voler di più

se non esser come sono

imprecisa e assente

mortale e rotonda

a sperar nella luna

nel tempo che passa


Nicoletta Poli, ricercatrice IRS (http://www.irs-online.it/), filosofa, scrittrice e poetessa. http://psicofilosofia.jimdo.com/